Le varietà di mango italiano

Il mango parla sempre più italiano. E molto spesso siciliano. Negli ultimi anni, infatti, l’attenzione verso questo frutto si è fatta sempre più accesa.

Un po’ di storia

Il mango è uno dei frutti simbolo della nostra idea di tropicale. Spesso associato al Sud America, che effettivamente ne è uno dei massimi produttori, in realtà questa pianta (Mangifera indica) proviene dal subcontinente indiano dove forma alberi grandi e longevi.
È il periodo coloniale che ha visto gli europei esportarlo un po’ ovunque nella fascia tropicale del mondo. Proprio nel continente americano la sua coltivazione si è espansa enormemente, dal Brasile e dal Perù fino alla California e la Florida, con una ricca selezione di varietà differenti.

Il mango in Europa

Tutt’altro discorso vale per l’Europa. Qui il mango è praticamente un’assoluta novità, tranne per alcuni territori distaccati, come Canarie o Azzorre. Sul continente la sua coltivazione non è mai stata praticata, per evidenti limiti climatici.
Eppure, sebbene le piantagioni si stiano diffondendo negli ultimi anni, è già un quarantennio che gli studiosi e le Università ci stanno pensando. Tra queste ultime senza dubbio l’Università di Palermo, che già negli anni ’80 iniziò la sperimentazione del mango come alternativa ad un settore agrumicolo sempre più in difficoltà.

Le prime varietà che si importarono in quegli anni provenivano dall’Australia, considerato un territorio climaticamente più affine di tanti altri Paesi produttori. E in effetti una di queste varietà mostrò fin da subito un buon adattamento e in questi decenni si è ormai del tutto abituata al clima e alla stagionalità siciliana. SI tratta del mango Kensington, una varietà robusta, resistente al freddo (per lo standard di questa specie) e molto produttiva.

Le varietà attuali

La vera esplosione del mango si è avuta però negli ultimissimi anni, con un mercato in forte crescita e una ricerca varietale sempre più serrata. Gli italiani si sono ormai abituati a questo frutto, anche se lo hanno per lo più conosciuto come frutto di importazione. Un frutto, cioè, che è stato raccolto acerbo, ha sopportato un lungo viaggio intercontinentale e, una volta acquistato, necessita di un periodo di post maturazione in casa.

Portare il mango in Italia significa invece offrire un frutto maturato sulla pianta, raccolto e consegnato in poche ore, espressione piena di tutte le sue caratteristiche di sapore, colore e profumo potenziali.

Da qui la sperimentazione di un numero di varietà sempre crescente e in grado di coprire un periodo sempre più ampio dell’anno che va da agosto fino a dicembre.

Vediamo ora le varietà più diffuse in Italia e, soprattutto, in Sicilia.

Mango Glenn

cassetta di mango glennÈ la prima varietà a maturare, già a metà agosto e la raccolta prosegue fino a fine settembre. Essendo così precoce, conclude la maturazione quando le temperature sono ancora pienamente estive, così da poter esprimere appieno tutte le qualità del frutto. Il colore giallo-aranciato dell’epidermide, una polpa dolcissima, un profumo delicato e avvolgente. Ad oggi, per qualità, è probabilmente il prodotto di punta del mango siciliano. Una vera sorpresa anche per i primi sperimentatori che non si aspettavano risultati tanto eclatanti. La Glenn ha trovato nel sole, nelle escursioni termiche e nei terreni mediterranei, elementi che ne portano ad esprimere al meglio tutte le caratteristiche. Il frutto è di pezzatura media (350 g. circa) con una qualità davvero importante: la sua polpa è completamente priva di fibra, il che ne rende il consumo estremamente facile. Una consistenza burrosa che può essere incisa con un cucchiaino.

Mango Kent

due manghi Kent tenuti in mano

Anche la Kent è una varietà che proviene dalla Florida, dove è stata selezionata all’incirca negli stessi anni della Glenn. In Italia raggiunge la maturazione in serrata successione a quest’ultima, tra fine settembre e fine ottobre, anche in questo caso quando le temperature sono ancora sufficientemente elevate da consentire il raggiungimento di tutti i caratteri potenziali del frutto, a partire dall’elevato grado zuccherino. La pezzatura è grande, all’incirca 700 g., e l’epidermide è di un verde tendente al giallo, con possibili screziature rosse nelle parti esposte al sole. La polpa è gialla ed è povera di fibre. Non del tutto priva ma con una presenza molto scarsa che non ne rende difficoltosa l’incisione e il consumo. La caratteristica più rimarchevole è la proporzione tra la quantità della polpa e un seme particolarmente piccolo, il che si traduce in una maggiore disponibilità di parte edibile sul peso totale del frutto.

Mango Kensington

mango kensington

È il primo, il decano, dei manghi siciliani. Introdotto fin dagli anni ’80 sull’isola, dall’Australia, suo paese di provenienza. Ormai questa varietà si è così abituata al clima mediterraneo da aver modificato addirittura alcuni dei suoi caratteri fenologici, in modo da fiorire un po’ più tardi per aumentare l’allegagione e arrivare meglio alla produzione. La sua caratteristica vincente è una resistenza al freddo piuttosto elevata, sopportando anche sporadiche gelate, e ormai, in 40 anni di storia, si può dire che abbia dimostrato di sopportare bene tutte le possibili variabili meteorologiche mediterranee. Il suo frutto è di dimensioni medio-piccole, circa 200 g. di peso, con un’epidermide di colore giallo omogeneo. Per molto tempo la sua diffusione è stata legata soprattutto al consumo da parte delle comunità di origini asiatiche e latine, che hanno spinto fortemente il mercato negli ultimi decenni.

Mango Keitt

due mango keitt

Due caratteristiche distinguono la Keitt da tutte le altre varietà: dimensioni e periodo di maturazione. Sì perché questa varietà presenta frutti di peso davvero notevole, oltre 1 kg. Una caratteristica che non le ha semplificato la vita in America dove è utilizzata soprattutto per la trasformazione proprio perché giudicata eccessivamente grande per essere venduta al supermercato per il consumo fresco.

La stagionalità, almeno in Italia, è invece particolarmente tardiva, perché inizia a novembre e può durare fino alla metà di dicembre. Un periodo tardo autunnale in cui non esistono altri manghi europei sul mercato e che ancora è troppo anticipato per l’arrivo di quelli di importazione. Un lasso di tempo particolarmente interessante, dunque, dal punto di vista commerciale.

L’epidermide del frutto è di colore verde e la polpa è molto povera di fibre, ottima caratteristica sia per la trasformazione che per il consumo diretto. Poiché alla fine dell’autunno le temperature sono ormai significativamente calate, è possibile, a seconda dell’andamento stagionale, che sia necessario un periodo di maturazione post raccolta prima della sua commercializzazione.

Abbiamo pensato di condividere con voi le nostre conoscenze relative alle varietà di mango che si possono trovare nel nostro Paese, per fare chiarezza sulle loro caratteristiche e differenze.

Se il mango è il vostro frutto preferito potrete scoprire anche le sue caratteristiche e i suoi benefici!

Da BeFruit puoi trovare le varietà di mango Glenn, Kent, Kensigton e Keitt, seguici anche su instagram e facebook per non perderti le ultime novità!