Come piantare il frutto del drago

La pitaya, o frutto del drago, è identificabile come il frutto di un cactus appartenente a diversi generi di piante grasse provenienti dal Sud America.
La caratteristica che accomuna queste piante è un frutto dalla forma eccentrica, dai colori brillanti ed una nutriente polpa ricca di piccoli semi.

Essendo una pianta evoluta per la sopravvivenza in climi caldi e secchi, la pitaya si è adattata alla perfezione al territorio siciliano dimostrando incredibile tenacia e capacità produttiva, diffondendosi a vista d’occhio, specie negli ultimi anni.
Sebbene simile al fico d’india, la pitaya è più apprezzata grazie alla minore presenza di spine con una conseguente maggiore facilità di lavorazione e consumo, un appeal estetico più esotico e relativamente più apprezzato.

Come si coltiva la pitaya?

Come molte piante grasse la propagazione della pitaya è applicabile principalmente in due modi: per seme o per talea.

Propagazione per talea

La talea è il metodo generalmente utilizzato per scopi produttivi. Questo sia per la maggiore speditezza del processo e l’ottenimento di piante a frutto in tempi più brevi, sia soprattutto per la conservazione dei caratteri desiderati. Ogni forma di riproduzione vegetativa, infatti, consente di propagare individui esattamente identici alla pianta madre, di cui si conoscono tutte le caratteristiche qualitative del frutto, la produttività e le esigenze della pianta. Questo consente inoltre di avere impianti che si comportano in maniera omogenea, sia per quanto riguarda le esigenze colturali che le fase fenologiche della coltivazione, a partire dalla maturazione dei frutti.

Per effettuare la talea deve essere reciso dalla pianta madre un segmento di circa 15 cm di lunghezza. Alla base dello stelo si pratica un taglio obliquo. Il ramo va lasciato asciugare per circa una settimana, in un luogo ombreggiato che non determini un eccessivo stress traspiratorio. In questo modo si intende far cicatrizzare la ferita impedendo, una volta interrato, l’insorgere di infezioni fungine e marciumi. Passato questo periodo la pianta va interrata in vaso, in un terreno leggero e primo di ogni ristagno. Il processo di radicamento durerà alcuni mesi dopo i quali il nuovo individuo sarà pronto per essere messo in pieno campo. Lo sviluppo è rapido, circa 3 cm al giorno nelle adeguate condizioni e la talea è in grado di fruttificare già dopo un anno.

Propagazione per seme

Con la propagazione per seme è possibile selezionare le piante portatrici di caratteri interessanti, individuando così nuove varietà che possono poi essere sperimentate in campo. Qualora le loro caratteristiche siano soddisfacenti, sia per le esigenze di coltivazione che per quelle di mercato, è probabile che la varietà si diffonda tra i produttori attraverso, a quel punto, la riproduzione vegetativa.
Come avviene? Si prenderanno i semi singoli, o addirittura fette di frutto fresco, e si poseranno a strati su un terriccio specifico, che andrà regolarmente bagnato fino alla comparsa dei germogli. La temperatura del semenzaio va tenuta costante attorno ai 18.21 gradi e inizieranno a sbucare le prime foglie dopo 14-28 giorni dalla semina.

Per l’hobbista la semina è ugualmente interessante perché consente di osservare da vicino il processo di nascita naturale e di appassionarsi a tutte le differenze che ogni semina offrirà.
Certamente i tempi per raggiungere la produzione dei primi frutti si allungano molto, nel caso della semina. All’incirca 7 anni per arrivare alla piena produttività.
Per effettuare la semina bisogna innanzitutto procurarsi un frutto maturo o sovra maturo, in modo che senza dubbio i semi abbiano raggiunto il pieno sviluppo. Va rimossa la polpa ricchissima di semi e si procede alla semina in quanto l’essiccazione diminuisce la loro capacità germinativa.

Essendo essenzialmente un cactus la pitaya ha bisogno di relativamente meno acqua rispetto ad altre piante da frutto.
Ovviamente le prime fasi di crescita sono le più cruciali, nelle quali la pianta dovrà essere bagnata più spesso, inoltre bisognerà prestare particolarmente attenzione durante la fase di fioritura e fruttificazione; se non sono avvenute piogge da qualche mese, forse sarebbe meglio fare delle irrigazioni straordinarie per avere una buona produzione.