Pitaya italiana

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La pitaya italiana è anche detta frutto del drago, per la sua forma e i suoi colori sgargianti. Tra i frutti tropicali è certamente uno dei più particolari. Nasce da una Cactacea rampicante dai magnifici fiori. La scorza colorata e costoluta contiene una polpa bianca e dolce punteggiata da una miriade di semi, fonte inesauribile di vitamina C.

La pitaya italiana, o Frutto del Drago, è il frutto di una pianta tropicale della famiglia delle Cactaceae, distribuite tra Messico e Colombia. I generi da cui ha origine la pitaya sono il genere Stenocereus, proveniente dal Messico, dal frutto verde e acido, e il genere Hylocereus, proveniente da aree più umide della Colombia e caratterizzato da una maggiore dolcezza del frutto.
Oggi la pitaya è coltivata in molti paesi tropicali e subtropicali ed anche nelle aree più calde del Mediterraneo questa pianta inizia a diffondersi a partire dalle coltivazioni domestiche. La Sicilia è una delle aree più vocate per la sperimentazione della pitaya. Nei terreni di Be Fruit sta dando ottimi risultati in termini di sviluppo e adattamento della pianta e di produzione di frutti che arrivano a maturazione nel mese di settembre.
E’ proprio il frutto l’elemento caratterizzante, con una forma antica e immaginifica che le ha valso il nome di drago. Anche l’interno non è meno particolare, con una polpa gelatinosa, bianca e traslucida, che circonda la miriade di piccoli semi neri.
Ma la pitaya è anche un frutto ricchissimo di proprietà nutritive. Molto importante è l’apporto di vitamina C che è in grado di fornire all’organismo così come il significativo apporto energetico costituito dalla consistente presenza di fruttosio.
La varietà rossa contiene anche una elevata quantità di betacianine, dall’elevato effetto antiossidante.

Pitaya italiana

La pitaya italiana è anche detta frutto del drago, per la sua forma e i suoi colori sgargianti. Tra i frutti tropicali è certamente uno dei più particolari. Nasce da una Cactacea rampicante dai magnifici fiori. La scorza colorata e costoluta contiene una polpa bianca e dolce punteggiata da una miriade di semi, fonte inesauribile di vitamina C.

La pitaya italiana, o Frutto del Drago, è il frutto di una pianta tropicale della famiglia delle Cactaceae, distribuite tra Messico e Colombia. I generi da cui ha origine la pitaya sono il genere Stenocereus, proveniente dal Messico, dal frutto verde e acido, e il genere Hylocereus, proveniente da aree più umide della Colombia e caratterizzato da una maggiore dolcezza del frutto.
Oggi la pitaya è coltivata in molti paesi tropicali e subtropicali ed anche nelle aree più calde del Mediterraneo questa pianta inizia a diffondersi a partire dalle coltivazioni domestiche. La Sicilia è una delle aree più vocate per la sperimentazione della pitaya. Nei terreni di Be Fruit sta dando ottimi risultati in termini di sviluppo e adattamento della pianta e di produzione di frutti che arrivano a maturazione nel mese di settembre.
E’ proprio il frutto l’elemento caratterizzante, con una forma antica e immaginifica che le ha valso il nome di drago. Anche l’interno non è meno particolare, con una polpa gelatinosa, bianca e traslucida, che circonda la miriade di piccoli semi neri.
Ma la pitaya è anche un frutto ricchissimo di proprietà nutritive. Molto importante è l’apporto di vitamina C che è in grado di fornire all’organismo così come il significativo apporto energetico costituito dalla consistente presenza di fruttosio.
La varietà rossa contiene anche una elevata quantità di betacianine, dall’elevato effetto antiossidante.