Eccoci alla vigilia della stagione dell’avocado, uno dei frutti tropicali che hanno conosciuto maggior diffusione e apprezzamento in Europa.
Tra pochi giorni inizierà la raccolta delle tante varietà che Be Fruit coltiva nei suoi campi e che si avvicendano dall’inizio dell’inverno in dicembre fino a primavera inoltrata.
La pianta e le sue origini
La pianta di avocado (Persea americana) ha una distribuzione ampia e disgiunta tra il Messico meridionale e la porzione settentrionale delle Ande. Secondo gli studi di paleobotanica questa specie aveva evoluto frutti così grandi e così grandi semi perchè si rivolgeva a una megafauna composta da animali, come i bradipi giganti, in grado di ingoiare l’intero frutto defecandone poi il seme, diffondendo in questo modo la specie.
Un rapporto di mutualismo che si interruppe bruscamente quando circa 13.000 anni fa quella megafauna che caratterizzava il continente americano in breve tempo sparì. Un nuovo abitante aveva varcato i ghiacci del nord artico e scendeva le pianure del continente estinguendo una dopo l’altra le specie di grandi mammiferi: l’homo sapiens.
Fu così che l’avocado si trovò in qualche modo orfano e per lungo tempo dovette arrabattarsi con un grave rischio di seguire il destino dei propri animali di riferimento.
E invece, un po’ per fortuna un po’ per abilità, il Persea americana ce la fece. Si suppone che per secoli o forse millenni la pianta sopravvisse grazie a qualche felino o roditore che saltuariamente riuscivano a portarne in giro i semi. Più probabilmente questi nascevano sotto la pianta madre, là dove cadevano i pesanti frutti, prendendone con il tempo il posto, in una specie di successione statica.
La svolta arrivò quando l’avocado trovò un altro animale interessante e capace di diffondere i suoi pesanti embrioni: l’uomo.
I primi resti di semi di avocado furono rinvenuti nelle rovine di villaggi mesoamericani risalenti a circa 5.000 anni fa. E’ qui che inizia la grande e nuova epopea di una pianta che, fino a quel momento, sembrava destinata ad essere solo un molto resistente errore evoluzionistico. Un percorso che lo porterà ad essere un albero simbolico per gli Aztechi e ad essere adottato poi dagli Spagnoli, che storpiarono il nome Ahuacatl in aguacate e da lì avocado. Fino a divenire una delle piante più diffuse in tutto il globo.
Le varietà che sono state selezionate in questi secoli sono moltissime, eppure una sola ha conquistato progressivamente i mercati, divenendo l’avocado per antonomasia, quello corrispondente all’idea che ciascuno ha di questo frutto.
Si tratta della varietà Hass, un frutto scuro e rugoso, con una polpa giallo paglierino risultato di una selezione californiana avvenuta negli anni ’20 del Novecento. Anche in Europa ad oggi è la varietà più coltivata, con un periodo di raccolta che va da fine dicembre a febbraio.
Anche per Be Fruit la Hass rappresenta la specie di punta tra gli avocado. La scelta dell’azienda è stata però ancora una volta quella di coltivare biodiversità, affiancandola a un buon numero di varietà, molte delle quali ancora in fase di sperimentazione.
L’obiettivo non è soltanto ampliare i mesi di disponibilità dell’avocado, ma anche testare i risultati qualitativi di cultivar non ancora prodotte nel nostro clima.
Si inizia così con la Zutano, già a inizio dicembre, un avocado di piccole dimensioni e dalla buccia verde e liscia per arrivare fino alla LambHass, una varietà nata da un silenzio di Hass nella fattoria del signor Lamb in California e che ha la preziosa caratteristica di essere particolarmente tardiva, maturando tra aprile e maggio. Tra questi due estremi trovano posto il Fuerte, il Bacon, il Pinkerton, il Reed ed altre ancora che approfondiremo singolarmente col progredire della stagione di raccolta.
Nelle nostre terre siciliane coltiviamo con amore questo frutto esotico 100% italiano! Scopri quando lo seminiamo e le sue caratteristiche.